Oggetto: Lettera aperta ai Genitori degli alunni dell'Istituto Comprensivo di Meldola.

Protocollo/Numero: 159

Prot.n. 3445 /1.1.h Circ.n. 159 Meldola, 16/05/2018

Ai Genitori degli Alunni dell'Istituto Comprensivo di Meldola
e p.c. Ai Docenti
OGGETTO: Lettera aperta ai Genitori degli alunni dell'Istituto Comprensivo di Meldola.
Carissimi,
penso che tutti voi abbiate letto sui giornali o sentito alla televisione la notizia che Facebook, in occasione dell'entrata in vigore del regolamento europeo sulla privacy a partire dal prossimo 25 maggio, metterà come limite i 16 anni per poter accedere al servizio di Whatsapp.
Potreste dire "Sì", ma su questo cosa c'entra la scuola?.
La scuola accoglie i vostri figli e accanto all'apprendimento di competenze disciplinari o settoriali cerca di sviluppare quelle competenze sociali, civiche e relazionali che rendono ogni alunno capace di orientarsi nella società e nei confronti degli altri in modo critico, rispettoso e collaborativo.
Per questo ad esempio, proprio in relazione alle nuove tecnologie, nella Scuola Secondaria si svolgono diverse attività: il progetto "Generazioni Connesse", gli incontri sulla sicurezza Internet, la prevenzione del cyber-bullismo attraverso corsi di aggiornamento, il corso di affettività e sessualità nelle classi III^.
Eppure, nonostante tutto, i fenomeni di uso improprio degli smartphone diventano sempre più frequenti, ci capita di osservare che gli strumenti social come WhatsApp diventano mezzi per interazioni " sbagliate", con vittime, testimoni e persecutori in un quadro di relazioni negative, le attenzioni o i numerosi interventi dei docenti non riescono a rompere queste catene.
Allora non possiamo essere indifferenti, ma qui interviene il vostro ruolo genitoriale di responsabilità.
Cosa mi piace della decisione di Facebook? Questa decisione costringe ogni genitore a decidere cosa fare. Se lo strumento di WhatsApp è utilizzabile dai 16 anni in su, adesso tocca voi decidere se metterlo a disposizione dei vostri figli, se accettare il rischio di un uso impropio come possibile vittima o possibile persecutore o possibile testimone o collaboratore di comportamenti " sbagliati".
E' colpa di WhatsApp? Probabilmente no. Probabilmente conta più la fatica che ognuno di noi incontra nello svolgere il ruolo di educatore con attenzione e capacità di dare risposte alle richieste dei nostri figli.
Ma se non è tutta colpa di WhatsApp, dobbiamo però chiederci se WhatsApp serve a crescere, se è utile o indispensabile per un ragazzo di 7-8 anni o 12-13 usare uno strumento social per socializzare "bene", per costruire significative occasioni di relazione con gli altri.
E allora dovete decidere entro il 25 maggio qual è il modello di crescita dei vostri figli che sono i nostri alunni. Non potete delegare ad altri questa scelta, nemmeno alla scuola.
Mark Zuckerberg, il proprietario di Facebook e anche WhatsApp ha lasciato la libertà di scelta a voi genitori.
Il mio è un semplice suggerimento:
cercate di avere più tempo per parlare con i vostri figli e di lasciarne a loro per incontrare gli amici dal vivo, connessi sul serio con gli altri e non sulla nuvola.

Il Dirigente Scolastico
Dott.ssa Benedetta Zaccarelli